“Quando balli tango, devi dare tutto. Se non puoi farlo, allora non ballare.”
– Ricardo Vidort (uno dei piu’ grandi ballerini di tutti i tempi)
Parlare dell’origine e della nascita del tango significa ripercorrere la storia dei flussi migratori dall’Europa e dall’Asia fino al Sudamerica. Significa entrare in una cultura intensa e un melting pot incredibile che ha raccolto e sviluppato tradizioni e ritmi di altri tempi e altri mondi. Ma partiamo dal principio…
L’IMMIGRAZIONE E IL MELTING POT SUDAMERICANO ALLE ORIGINI DEL TANGO
Nel XIX secolo, spinti dalla crescita demografica e dalla crisi economica del settore agricolo e artigianale, ben 60 milioni di individui presero il mare dall’Europa per approdare sulle coste americane.
Il caso italiano è simbolico. Temporanea e stagionale la migrazione degli italiani (e dei popoli mediterranei in genere) offriva maggiori possibilità di integrazione nei paesi del Sudamerica. Il 77% di tutti gli immigrati dal 1854 al 1924 era rappresentato da italiani o spagnoli e da coloni del Portogallo che avevano maggiori possibilità di acculturazione.
Peculiare il flusso migratorio stagionale che sfruttava le opposte stagioni nei due emisferi. Contadini e artigiani lavoravano nel proprio paese fino all’autunno inoltrato per partire in tempo per la stagione del raccolto in Argentina, per poi ritornare in patria in tempo per i lavori agricoli primaverili.

Viaggio in nave dall’Italia all’America del Sud (durata media 30/40 giorni)
Fine del XIX secolo: nasce il tango…
Il Tango nasce nell’ultimo ventennio del XIX secolo, nell’area dell’estuario del Rio de la Plata, tra Buenos Aires e Montevideo.
Il Tango è il frutto della mescolanza tra diverse culture e ben 3 continenti: Il Sudamerica in cui è nato, l’Europa da cui provenivano gli emigranti e l’Africa che ne influenza il ritmo
Non è semplice risalire all’origine del Tango. Sebbene non sia possibile stabilire il momento esatto della sua nascita, sono diverse le teorie che ne raccontano l’origine. Le diverse tesi concordano sul fatto che il Tango nasce verso la fine dell’Ottocento nei sobborghi di Buenos Aires e che tra i suoi precursori ci sarebbero state l’Habanera e la Milonga.
Anche sull’origine dell’Habanera gli esperti non concordano. C’è chi sostiene l’origine cubana e ancor prima africana, approdata sulle coste caraibiche con le navi degli schiavisti. Altri sostengono l’origine arabo-spagnola contaminata nei decenni da influenze della musica africana.
La certezza è che l’habanera era un ballo tipico di Cuba, diffusosi in tutto il mondo. Musicisti di grande fama colsero la potenza del ritmo cubano: Georges Bizet inserì una Habanera nell’atto primo della Carmen.
ascoltiamo:
“L’amour est un oiseau rebelle” – Habanera di Carmen (1874)
ascoltiamo:
Milonga Sentimental Orquesta Francisco Canaro
L’Argentina per gli immigrati europei non si rivelò la “terra promessa”. Molti rinunciarono ai sogni di gloria e si adattarono a lavori umili e a soluzioni abitative precarie e molto povere nelle periferie delle due più importanti città: Buenos Aires e Montevideo.
Il Tango è così un prodotto multiculturale, fusione di generi e storie diverse, frutto dell’incontro tra persone emigrate che condividono un destino di povertà e disagio, il cui cuore trabocca di nostalgia di casa.
Il Tango nella sua musica, nelle sue parole e nei suoi movimenti riflette questo disagio.
Lo sapevi che… Da dove deriva la parola Tango?
Non è facile, se non quasi impossibile, riuscire a scoprire la vera origine della parola Tango. Essendo un ballo, una musica, un processo nel quale sono confluite diverse culture, ugualmente nella definizione confluiscono i dialetti e le lingue madri dalle quali essi derivano.
In questa ricerca sull’origine della definizione è ricorrente trovare un allaccio all’Africa sia a livello di suono, in quanto molti balli e ritmi africani avevano una radice vicina a quella della parola tango, sia a livello di termini usati per posti o cose tipicamente africane, dalle quali potrebbe in qualche modo aver preso il nome il Tango delle origini, non per ultimo lo strumento “tamburo” onnipresente nella musica nera, scomparso forse nella fusione.
Il Tango rappresenta la sintesi di più popolazioni, quanto lo è l’argentina stessa, con le sue più conosciute, misteriose e iconiche figure maschili.
Figure iconiche della società argentina e il ruolo del Compadrito nella nascita del tango
3 le figure iconiche della storia aregntina:
- Il Gaucho, cow boy solitario e leggendario, amante degli spazi aperti e sempre accompagnato da coltello e chitarra.
- Il Compadre è un uomo di mondo, ama la compagnia e l’abbigliamento elegante, rispettabile e gran lavoratore, fiero e arrogante è un uomo che incute timore e reverenza.
- Il Compadrito, persona onesta e di umile provenienza, si ispira al Compadre, ma non ne eguaglia il potere. La figura del Compadrito contribuì alla nascita e sviluppo del tango. I compadritos erano noti per essere abilissimi ballerini, anzi, si narra che fu proprio lui ad inventare gli elementi che distinsero il ballo del tango dalle altre danze di coppia. Si narra, inoltre, che il compadrito, imitando ed esagerando i movimenti del candombe danzato dai neri, iniziò a ballare la milonga, ancor prima che nascesse il tango.
Quindi il Compadrito, con i suoi pantaloni lisci scuri con una striscia di raso o seta sui lati, le scarpe con il tacco militare e i bottoni sul lato, la giacca fino a metà fianchi, sempre aperta per permettere l’estrazione del coltello quando necessario, la camicia senza il colletto, il pañuelo (fazzoletto) ampio e lungo attorno al collo, riassume in sé i tratti del porteño: spaccone, dalla lingua sciolta, diffidente, ironico e beffardo verso chi non appartiene al suo ambiente e non conosce bene i codici della città
Bailarin Compadrito Orquesta Alfredo De Angelis, canta Oscar Llaroca (versione del 1953)
Vestido como dandy, peinao a la gomina
y dueño de una mina más linda que una flor,
bailás en la milonga con aire de importancia,
luciendo la elegancia y haciendo exhibición.
Cualquiera iba a decirte, che, reo de otros tiempos,
que un día llegarías a rey de cabaret,
que pa’ enseñar tu corte pondrías academia…
Al taura siempre premia la suerte que es mujer.
Bailarín compadrito,
que floriaste tu corte primero,
en el viejo bailongo orillero
de Barracas al sur.
Bailarín compadrito,
que quisiste probar otra vida,
y al lucir tu famosa corrida
te viniste al Maipú.
Araca, cuando a veces oís La Cumparsita
yo sé cómo palpita tu cuore al recordar
que un día lo bailaste de lengue y sin un mango
y ahora el mismo tango bailás hecho un bacán.
Pero algo vos darías por ser sólo un ratito
el mismo compadrito del tiempo que se fue,
pues cansa tanta gloria y un poco triste y viejo
te ves en el espejo del viejo cabaret.
(italiano)
Vestito come un dandy, lisciato con la brillantina
e il proprietario di una ragazza più bella di un fiore,
balla nella milonga con un’aria di importanza, sfoggiando eleganza e facendo esibizione.
Qualcuno ti avrebbe detto, che, colpevole di altri tempi,
che un giorno saresti diventato il re di cabaret,
che per insegnare il tuo “corte” potresti fare una scuola …
Il fato premia sempre la fortuna che è una donna.
Ballerino Compadrito,
che per primo ha mostrato il “corte”,
nella vecchia milonga di periferia,
a Sud di Barracas.
Ballerino Compadrito,
che voleva provare un’altra vita,
e indossando la tua famosa livrea
sei venuto a Maipú.
Aggrappati, quando qualche volta ascolti La Cumparsita
io so come pulsa il tuo cuore quando ricordi
che un giorno l’hai ballata di lingua e senza un mango,
e ora lo stesso tango balla facendo casino.
Ma daresti qualcosa per essere solo un po’
lo stesso compadrito del tempo che fu,
perché stanca tanta gloria e un po’ triste e vecchio
ti vedi nello specchio del vecchio cabaret.
Il compadrito viveva nei Conventillos, umili case popolari nei bassifondi di Buenos Aires, in cui svolgeva lavori di ogni genere, dal macellario all’operaio, dal guardaspalle dei politici a lavori meno onesti.
Ma una cosa è certa: era il re della milonga!